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Campane

Le campane di tutte le Chiese di Sala suonarono all’unisono quando annunciarono l’armistizio invitando la popolazione ad abbandonare i rifugi in montagna e a fare ritorno al paese. Racconta Giorgino Garone: “N’èramu scappàti rurètu Sandu Micheli, sunèru li ccambàni e n’arricuglièmmu
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Le ore canoniche avevano segnato anche i riferimenti temporali quotidiani della comunità e furono chiese e conventi a detenere, a lungo, il controllo dei ritmi della vita civile. La Chiesa determinava quando ci si alzava e quando si rientrava.
Un’anziana donna del tempo antico, zia Michilína ri Fusíddu, racconta che era il Padreterno a volere che ognuno potesse andare per le proprie occupazioni ma quando sentiva la sua voce bisognava tornare “Quannu sòna la Vimmaría, chi ppi la casa, chi ppi la via”.
L’importanza che si attribuiva “al dominio del tempo fece sì che a Sala, più che altrove, le Chiese gareggiassero tra loro. Per le varie pretese di supremazia fu redatto un documento che stabiliva che la prima campana a suonare fosse quella del campanile di Santa Maria “la Grande” e al secondo tocco dovevano suonare tutte le campane delle chiese SENZA ECCETTIONE D’HAVERE PRIMITIVA ALCUNA”.
Nei giorni feriali la campana suonava il mattutino, alle cinque, con dieci rintocchi, subito dopo la campana piccola suonava a distesa, “ndinnava la cambanedda, sunáva la missa”; per la messa cantata “sunàva la campana e la cambanèdda, insieme”.
Per annunziare alla comunità la dipartita di un suo membro, quando non esistevano i manifesti, si correva presso la propria parrocchia e la Chiesa suonava “l’accuïtanza” le altre rispondevano suonando “a mmuortu”. Alla Chiesa veniva corrisposto un tributo dai familiari “lu diríttu ri li cambàni
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Quando si portava il viatico a un ammalato la gente del quartiere si affrettava a seguire il Sacramento, inginocchiandosi, segnandosi, cosí come si trovava “lassàvamu tuttu cumi ni truvavàmu, lassàvamu lu pani ra mburnà, cu li zuocculi e lu vandisínu”, senza trascurare di coprire il capo, “cu cchibbúnga era, nu sciallitieddu, na mandíllina”.
Queste notizie, in breve, sono tratte da uno studio del prof. Tortorella, inserito nella – Guida IN SALA -, che troverete nella nostra ricca biblioteca comunale.
Pasqualina Salluzzi

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