Il mitico Angelo di Frittuledda.
(Gerardina Barone)
– Una persona speciale, gentile, educato e affettuoso . Ho un ricordo bellissimo di questa persona, che era diventata una ricorrenza settimanale nella nostra vita.
(Antonio Wancolle)
– Lo ricordo, altri personaggi indimenticabili Umberto il musichiere, Raffaele Proto (Tatasceppo lo strillone) e Andrea Macchia, orfano con diploma magistrale, che cercava di mantenere quel minimo di dignità che l’avversa sorte impietosamente gli sottraeva giorno dopo giorno.
(Attilio Pigro)
– Mio padre raccontava di quando Andrea era compagno di scuola di mio zio.
È morto pochi anni fa, l’ultimo periodo della sua vita lo ha vissuto a casa di una brava signora che lo ha tolto dalla strada e lo ha tenuto lindo e pinto.
(Filomena Petrone)
– Me lo ricordo bene. Spesso Frittuledda, scendendo dal santuario di San Michele, si fermava a Santu Leu. Faceva una suonatina con il suo organetto e noi bambini affascinati da questa figura, somigliante ad un elfo, per le sue orecchie a sventola, facevamo crocchia festante intorno a lui.
(Ciro Ricciardi)
– Ci siamo dimenticati di Michele ri civu civu ! Cugino della mia povera mamma.
(Antonio Casale)
– Chi si ricorda di Paolo? Era un pastore analfabeta che diceva di saper leggere le lettere postali. Da ragazzini prendevamo un foglio da terra e gli dicevamo: Paolo mi leggi questa lettera? E lui prendeva il foglio e ripeteva sempre la stessa frase: “speriamo che ve la passate bene” e poi gettava a terra il foglio e se ne andava. Era il custode della chiesa di castello e non faceva del male neanche a una mosca!
(Giancarmine Caputo)
– Paolo che se gli davano un pezzo di carta, anche senza scritto, lo leggeva. Abitava sopra San Raffaele lo chiamavano caparauto di soprannome ma il suo cognome era Balbo ed era fratello anche di Michelina che la chiamavano la perchia.
Gerardina Barone
Antonio Wancolle
Antonio Wancolle (2)
Fernando Pepe
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