Ottobre

Settembre è finito –
Ottobre arriva con una bella poesia di Luigi Pica.
(Fernando Pepe)

• Il carissimo Prof.Pica è stato il mio professore di lettere al liceo un uomo di grande cultura, fuori dagli schemi, ironico, sagace e io (non ho mai amato la categoria) lo adoravo, riusciva a farci studiare anche gli autori più ostici. È stato il fulcro della nostra formazione e non solo didattica, la sua prematura scomparsa ha lasciato un grande vuoto nel mio cuore ma un turbinio di ricordi piacevoli.
•  Era così tanto affascinato dal sole che in classe, durante la lezione, apriva le finestre guardava il sole e diceva : o cittini (in Toscana dove aveva studiato significa ragazzi) volgete lo sguardo al sole che illumina le vostre menti… e poi con ironia ci guardava tutti e aggiungeva … forse!
  (Lita Sabini)

Ho avuto la gioia d’essere suo alunno per una breve supplenza, ancora si nomava Ammaccapane a quel tempo. Già allora, però, si respirava la SUA cultura, densa di sensibilità e rispetto per noi, pur di pochi anni differenti dai Suoi. Indimenticabile la Sua capacità di catturare il nostro interesse: le Sue orme, benché poche a causa della ria sorte, son ugualmente gigantesche…!
(Attilio Pigro)

Anch’io alunno di Pica e i ricordi sono tantissimi. Ricordo che in italiano (non era il mio forte) studiavo qualcosa sulla critica letteraria e il professore era contento…
(Paolantonio Zozzaro)

Io l’ho letta e riletta, nel tempo, ed ho sempre scoperto qualcosa di nuovo, di affascinante. Il suo linguaggio erudito e aulico magari lascia il lettore un po’ spaesato, ma per come riesce a portarti in ogni scena che racconta è perfetto. Io la vecchia la conosco e conosco tutti i suoi pensieri e vorrei poter parare la foglia che la disturba. Sento il sapore del miele e il vino nel bicchiere mi stimola le papille linguali. Ottobre, da quando conosco questa poesia, per me è questo insieme al più famoso “…ribollir dei tini”.
(Fernando Pepe)