“Il decano degli inviati speciali italiani e forse non soltanto italiani”. Così lo definiva, alla notizia della sua morte, su IL GIORNALE dell’11 maggio 1993, Indro Montanelli. Nato a Sala Consilina, dei sei anni della sua fanciullezza trascorsi nel paese natio, conservava il ricordo struggente della madre perduta, quando aveva tre anni, e quello del fratello Manfredi morto diciassettenne nella casa presso la Grancia di Sant’Eustachio, le “vesticine nere del lutto” e l’immagine del nonno che gli affidava qualche piccola commissione, gratificandolo del resto. A Sala tornò più volte ma era a Napoli, studente di un istituto tecnico, quando non ancora diciottenne, decise di andare in guerra volontario con la classe del ‘99. Da ufficiale conobbe Luigi Bakunin, figlio del noto anarchico. Emigrò in Brasile come corrispondente e lì si lasciò coinvolgere dall’ondata rivoluzionaria che voleva abolire lo strapotere degli agrari. La sconfitta rivoluzionaria lo vide rifugiato in Argentina dove fu ospite di Emilio Zuccarini, professore della locale Università, amico di Bakunin, anche lui anarchico, conobbe la figlia Susy, che poi sposo’. Tornato in Italia, partecipò con l’attività giornalistica, alle guerre in Etiopia, Spagna e Albania. Dalle campagne d’Africa, di Grecia a quella di Russia è ufficialmente in forza presso il Distretto militare di Roma tra i corrispondenti di guerra. Giornalista attento alla verità dei fatti, di guerra e di pace, poteva vantarsi di essere stato uno dei primi fotoreporter, anzi di aver creato il fototesto: quello che non diceva l’articolo era espresso nella foto e viceversa. Dopo l’8 settembre fu catturato dalla GESTAPO che lo mandò a Mauthausen, fu liberato dagli Americani nel maggio del ‘45. Continuò l’attività giornalistica fino agli anni Settanta. Non si possono ignorare le sue interviste a persone illustri, passando per le sedi diplomatiche e i salotti del bel mondo: fra le tante, quella allo Scia’ di Persia, a Jorge Luis Borges, la conversazione con Marlene Dietrich, l’incontro con Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, quello con Bob Kennedy. Si ritirò a Grottaferrata, dove si spense all’età di novantaquattro anni, il 9 maggio del 1993.
È stato suo desiderio che le spoglie mortali tornassero al paese natìo.
Le notizie sono tratte dal libro “LAMBERTI SORRENTINO” nel centenario della nascita curato da Giuseppe Colitti, con la collaborazione di Antonella Colitti e Pasquale Russo, con la ricerca documentata di Francesco Rivellese, Mario Rivellese, Pamela Satrina Sorrentino. Troverete la bella pubblicazione nella nostra ricca biblioteca di Sala Consilina.
(Pas Salluzzi)
Quali illustri natali ha dato il nostro “bel paese”! Amo, e sono orgogliosa d’esser Salese.
(Elena Gorga)
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