Vincenzo e Giulio Pasticcieri al corso Vittorio Emanuele a Sala Consilina.
(Fernando Pepe)
Sovente la sera si andava a giocare lì a bigliardo quando il locale era gestito dal padre e dalla madre. Egli dava una mano all’occorrenza ma, non essendoci gran affluenza di avventori, per lo più egli…presenziava. Ricordo vagamente la moglie, salernitana, a parte che la si considerava una bella ragazza.
(Attilio Pigro)
Mi si è risvegliato un ricordo della mia infanzia quando la domenica mattina la rituale passeggiata con mio padre terminava nella pasticceria Mega. Mio padre si concedeva una amichevole chiacchiera col signor Mega nel frattempo che altri preparavano il rituale vassoio di paste, ed io come tutti i bambini fremevo per andare via. Col senno di poi ripenso a quanto belle erano quelle mattine della domenica, e quanto mi manca quel cordiale vociare in quella pasticceria, ricordo le vetrine dall’interno che per guardarci dentro dovevo mettermi in punta di piedi, e il profumo di vaniglia poi che lasciava spazio all’aspettativa del dopo pranzo quando si gustavano quei pasticcini di morbido Pan di spagna ricoperti di glassa e ripieni di una crema che aveva un sapore indimenticabile… un sapore di buono e di semplicità.
(Nicoletta Lovaglio)
La Domenica delle Palme aveva solo lui la palma di confetti che si regalava alla propria fidanzata. Io l’ho sempre ricevuta.
(Angy Cucina)
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